Mentre discutiamo se mantenere nel nostro Codice deontologico il termine “paziente” o sostituirlo con “persona assistita” una collega, Eleonora Cantamessa, ginecologa, 44 anni, è stata uccisa in strada, mentre prestava soccorso ad una persona gravemente ferita a colpi di spranga.
Passava di lì per caso e non conosceva le persone coinvolte nella rissa, ma non ha esitato a fermarsi per aiutare il ferito, per fare quello che la sua coscienza e l’etica professionale Le hanno “imposto”.
Un’altra collega, Paola Labriola, psichiatra, 53 anni, la scorsa settimana è stata accoltellata ed uccisa per strada da un suo “paziente” o “persona assistita”.
Un collega, Claudio Carosino, medico di famiglia, 59 anni, è stato ucciso da un suo “paziente” o “persona assistita” che era andato a visitare a domicilio una domenica di ottobre 2010.
Atti generosi ed eroici, meravigliosi e tragici esempi di etica che dovrebbero indurre tutti a riflettere sul valore delle azioni e dei valori che le ispirano.
Grazie Eleonora, grazie Paola, grazie Claudio, grazie per averci richiamati alla realtà ed indicato la via.
Augusto Pagani, Presidente OMCeO Piacenza