5 Ottobre 2024

USA – Informatizzazione cartelle cliniche a rischio flop

da DoctorNews del 25 luglio 2013

Un sistema sanitario completamente interconnesso è un obiettivo molto più difficile di quello che si immaginava qualche anno fa. Lo scenario è quello degli Stati Uniti, dove l’adozione delle cartelle cliniche elettroniche è sempre più estesa ma, a fronte dell’apparente successo che sembra emergere dalle cifre, si evidenziano criticità che potrebbero bloccare la progressiva informatizzazione.

Tre report pubblicati in questo mese sul sito di Health Affairs indicano che l’adozione delle cartelle elettroniche negli studi medici è balzata dal 51% del 2010 al 72% del 2012; i miglioramenti più significativi sono stati registrati nei piccoli centri e nelle comunità rurali, che in precedenza avevano i ritardi maggiori.

I ricercatori hanno anche verificato che il 30% degli ospedali e il 10% degli ambulatori hanno partecipato a uno dei 119 programmi operativi attivati negli Usa allo scopo di consentire lo scambio di informazioni sanitarie.

Eppure c’è chi si sta allarmando per un possibile flop.  Si fa notare, per esempio, che oltre la metà degli ospedali non dispone di un sistema adeguato per gestire le cartelle elettroniche. Questo software deve soddisfare certe funzionalità di base e un altro insieme di standard (denominati meaningful use) stabiliti dai Centers for medicare & medicaid services (Cms) e necessari per potersi qualificare al programma di incentivi. Inoltre molti medici di famiglia, dopo un’iniziale adesione, stanno tornando sui propri passi. Tra i motivi ci sono la riduzione degli incentivi, passati dai 18.000 dollari nel primo anno del programma di info rmatizzazione ai 4.000 del quarto anno, ma anche la perdita di tempo e il sistema ritenuto eccessivamente complicato. Del resto, solo un’informatizzazione e uno scambio di dati generalizzato potrebbe produrre un vero salto di qualità. Anche un’adozione estesa all’80%, secondo gli analisti, sarebbe un problema perché troppi pazienti verrebbero ricoverati senza un adeguato coordinamento tra ospedale e medico di famiglia.

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