5 Ottobre 2024

Oncologia territoriale, il “modello Piacenza” sotto i riflettori della Winter School di Pollenzo

Una preziosa rete che consente ai pazienti di curarsi vicino al proprio domicilio, limitando i viaggi, le spese economiche e le difficoltà di trovare un accompagnatore: il “modello Piacenza” dell’Oncologia territoriale è stato sotto i riflettori della Winter School 2022 di Pollenzo, organizzata da Motore Sanità in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, evento di alto profilo in ambito sanitario, promosso e divulgato da Mondosanità e da Dentro la Salute.

A presentarlo, nella sessione “Esperienza di oncologia territoriale: innovazione organizzativa e tecnologica”, il prof. Luigi Cavanna, Direttore Dipartimento di Oncologia-Ematologia dell’Azienda USL di Piacenza e Presidente CIPOMO. “Ogni giorno in Italia – ha ricordato Cavanna – oltre mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e sono oltre 3 milioni e 600mila le persone che nel nostro Paese vivono con una diagnosi di tumore: hanno bisogni molto diversi, ma come unico punto di riferimento quello dell’oncologia ospedaliera. Una componente di cui si parla poco è la distanza dal luogo di cura – non solo chilometrica, ma che comprende il tempo impiegato, le spese e i disagi per il viaggio – che può influenzare negativamente sia l’adeguatezza delle cure sia la sopravvivenza”.

Nell’Azienda Sanitaria di Piacenza, da diversi anni è stato strutturato un modello organizzativo che prevede l’intervento dei medici oncologi o ematologi che dalla rispettiva unità operativa dell’ospedale principale (Piacenza) si spostano sul territorio e prestano la loro attività in ambulatori dedicati, con personale infermieristico dedicato nei tre ospedali periferici (Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola) e, dal 2016, in una casa della salute (a Bettola), favorendo la possibilità di visite, esami e cure oncologiche vicino al domicilio dei malati che vengono inseriti nei percorsi diagnostico-terapeutici aziendali (PDTA). “Le prescrizioni vengono eseguite per via informatizzata che consente la completa tracciabilità, i farmaci sono preparati presso l’Unità di farmaci antiblastici dell’ospedale di Piacenza e inviati con mezzi dell’ASL presso le sedi periferiche – spiega Cavanna -. Il paziente viene portato alla discussione multidisciplinare, quindi ha le stesse garanzie del paziente seguito dall’oncologia del capoluogo”.

I dati degli ultimi quattro anni (2017-2020), pubblicati recentemente, parlano di 1339 pazienti oncoematologici curati in prossimità della loro residenza, 278 pazienti nel 2017, 347 nel 2018, 354 nel 2019, 360 nel 2020. Gli accessi totali nei 4 anni per eseguire i trattamenti sono stati 10.003: 2214 nel 2017, 2652 nel 2018, 2524 nel 2019 e 2613 nel 2020. I chilometri mediamente risparmiati per ogni paziente/anno sono stati 937 circa nel 2017, 891 nel 2018, 879 nel 2019, 920 nel 2020. “Tutti i dati che abbiamo raccolto – conclude Cavanna – evidenziano come sia attuabile un’oncologia di prossimità, secondo un modello che vede un unicum come modalità gestionale e di cura dei pazienti fra ospedale centrale e cura territoriale”.

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