5 Ottobre 2024

“La sanità integrativa non deve entrare in concorrenza con quella pubblica” FNOMCeO in audizione al Senato

“La sanità integrativa non deve entrare in concorrenza con quella pubblica, ma deve bensì integrarla”. E’ quanto affermato dalla FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, in audizione al Senato, di fronte alla 10ª Commissione Affari sociali, per l’Indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria.

“Attualmente – spiega la Federazione Nazionale -, la sanità integrativa rappresenta una spesa di 4,3 miliardi di euro a fronte di una spesa previsionale del Servizio Sanitario Nazionale per il 2022 di circa 124 miliardi di euro. La spesa diretta delle famiglie è di quasi 38 miliardi. Dunque, oggi, si può sicuramente parlare di sanità integrativa, dopo però aver reso più efficiente la sanità pubblica. Quella integrativa, infatti, può essere utile nel momento in cui integra il SSN, ma diventa una cosa negativa se finisce per sostituirsi al Servizio sanitario pubblico, come di fatto purtroppo sta già accadendo in alcune realtà. Pertanto, questa Federazione ribadisce che non c’è alcuna preclusione rispetto al settore privato laddove contribuisca a rendere più sostenibile il sistema: bisogna che la sanità resti universalistica al fine di garantire a tutti i cittadini pari diritti di cura”.

In relazione specificatamente alla professione odontoiatrica, la FNOMCeO “evidenzia la funzione che i fondi integrativi possono svolgere quali strumenti complementari nelle terapie e nella prevenzione odontoiatrica, rappresentando una opportunità ed una risposta al problema della sostenibilità del costo della terapia odontoiatrica per il singolo cittadino”.

“Per concorrere all’obiettivo della massima tutela della salute – prosegue la Federazione – occorre potenziare e concentrare l’impegno nell’ambito delle prestazioni e dei servizi non previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini per tramite delle  regioni. L’obiettivo è quindi quello di garantire la tutela della salute ad un numero sempre maggiore di persone e a persone sempre più anziane: per raggiungerlo è necessario sviluppare un modello di sanità integrativa che sia di reale sostegno al sistema pubblico, che pur mantenendo un ruolo centrale in termini di universalità del servizio a tutti i cittadini, possa essere supportato allo stesso tempo nelle aree più critiche, quali assistenza domiciliare, cronicità, non autosufficienza e prevenzione e promozione della salute e stili di vita. Inoltre, le forme sanitarie integrative devono essere finalizzate al recupero e/o al contenimento delle liste di attesa, fenomeno che ad oggi costringe molti cittadini a ricorrere al privato: ciò nonostante la maggioranza degli italiani abbia grande fiducia nel SSN”.

Tale nuovo modello di sanità integrativa, “deve, quindi, fondarsi sul principio di mutualità, essendo in grado di garantire maggiore equità fra i cittadini e più elevati livelli di tutela sanitaria per tutti. Il welfare solidaristico finanziato con risorse private andrebbe quindi incoraggiato e inserito in un contesto organico e coerente, non è un privilegio riservato a pochi: è un’espressione concreta di sussidiarietà, è la via per rendere sostenibile il welfare negli anni a venire, affrontando l’avversa curva demografica”.

“Rileviamo che ad oggi le regole che disciplinano il sistema del welfare aziendale impediscono spesso al cittadino/assicurato di potersi avvalere del medico di sua scelta pena la perdita del beneficio economico assicurativo. Si auspica quindi un intervento legislativo volto a porre sullo stesso piano l’assistenza diretta e quella indiretta. In questo modo il paziente sarebbe libero di rivolgersi al medico di cui ha piena fiducia, certo di ricevere il livello di qualità delle prestazioni, in termini di assistenza medica, ritenuto più adeguato, conservando al contempo il beneficio assicurativo. È dunque indispensabile la definizione di regole e di organi di controllo delle attività e delle gestioni dei capitali dei Fondi integrativi per attivare sistemi di garanzia e di verifica indipendenti”.

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