19 Settembre 2024

Il Pronto Soccorso ai tempi di Angelo Giannuzzi

La Lettera del Presidente di OMCeO Piacenza Augusto Pagani pubblicata su Libertà del 25 aprile 2016

IL TESTO – Le lettere pubblicate da “Libertà” il 17 e 19 aprile scorso, inviate dalla Signora Ongeri e dal Signor Franco, rappresentano un pesante atto di accusa nei confronti di due ortopedici, che avrebbero effettuato visite mediche inadeguate e superficiali.

E questo sarebbe avvenuto in conclusione di una lunga attesa nel Pronto soccorso del nostro Ospedale al quale i cittadini erano ricorsi per un trauma sportivo alla caviglia nel primo caso e per un problema imprecisato, sempre ad una caviglia, nel secondo caso.

Non entro nel merito dei fatti esposti, che saranno oggetto di accertamenti da parte del nostro Ordine professionale e di cui, sono certo, la AUSL di Piacenza renderà personalmente conto agli interessati, ma vorrei fare poche brevi considerazioni, non per giustificare eventuali comportamenti deontologicamente rilevanti dei medici, che arrecano danno agli utenti ed alla immagine della professione, ma solo per offrire qualche spunto di riflessione a tutti coloro che gestiscono, amministrano ed utilizzano i servizi sanitari.

Prima (ovvia) considerazione: noi medici non siamo infallibili e nella nostra attività professionale commettiamo errori tecnici, comunicativi, burocratici ed amministrativi, alcuni veniali ed altri meno.

Dobbiamo fare tutti tutto il possibile per limitare il numero, la gravità e le conseguenze dei nostri errori, risarcire eventuali danni e rispondere all’Ordine, alle Direzioni sanitarie ed alla Legge dei nostri comportamenti scorretti, ma purtroppo non possiamo eliminarli e purtroppo, anche quando non li commettiamo non possiamo accontentare tutti.

Seconda considerazione: le attuali condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti del SSN sono sempre più difficili e sempre meno gratificanti ed in questo contesto il rischio di perdere aderenza con la professionalità è concreto, ed altrettanto concreto il rischio che la collettività corre di perdere alcuni dei migliori professionisti, allettati da attività meno faticose e meno rischiose e più remunerative.

Terza considerazione: i Pronto soccorso non sono più utilizzati dai cittadini solo per le patologie urgenti, come dovrebbe essere, ma spesso anche per disturbi di poco conto e talvolta presenti da giorni.

Questo inappropriato utilizzo provoca inevitabilmente un aumento ingiustificato ed insostenibile del numero delle prestazioni richieste, aumento sempre più difficilmente sostenibile nonostante i reparti siano stati molto potenziati con professionisti e mezzi rispetto al passato.

Nel 1980, ad esempio, il Pronto soccorso di Piacenza si trovava all’interno del vecchio Ospedale e vi si accedeva da una rampa appositamente costruita per i mezzi di soccorso; i locali dedicati alla accettazione, alla assistenza ed alla degenza erano costituiti, per quanto ricordo, da una sala di attesa, da un ambulatorio medico e da una sala di ricovero per i pazienti barellati, il tutto in una superficie di non più di 80 metri quadrati.

Prestavano servizio, in tre turni giornalieri (8-14, 14-20, 20-8) i dottori Ballocchi, Cardis, Inzani, Maggi e Sagner, coadiuvati in ogni turno da 1 infermiere professionale e da 2 barellieri.

In caso di necessità o di emergenza chiedevano consulenza o supporto ai colleghi specialisti ospedalieri.
Conservo il ricordo di un reparto attivo ed efficiente, anche se nemmeno lontanamente paragonabile all’attuale Pronto soccorso, in cui medici, infermierie barellieri cooperavano nella assistenza ai malati, senza alcuna tensione o rivalità.

Ed infine ricordo che dopo mezzanotte, se non vi erano accessi, Angelo Giannuzzi, mitico infermiere calabrese, cucinava per tutti delle fantastiche paste asciutte con sugo di pomodoro e peperoncino, che anche io ed i colleghi del servizio di Guardia medica, allora ospitato in una stanza adiacente al Pronto soccorso, abbiamo avuto la fortuna di gustare.

Di quelle serate, ancor più della bontà della pasta, mi resta il ricordo di una atmosfera e di un’epoca ormai troppo lontana.
 
Augusto Pagani
Presidente OMCeO Piacenza

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