11 Settembre 2024

Certificati di malattia, nulla cambia per i medici: confermate sanzioni

Da M.D Digital del 7 marzo 2017, a firma di Francesco Gombia

“Sono otto anni che la FNOMCeO chiede la revisione della Legge Brunetta, sia per gli aspetti di incostituzionalità che sul tema dell’autocertificazione di malattia dei lavoratori per i primi tre giorni. Le mozioni dell’On. Romani e dell’On. Bergonzi, sostenitori delle richieste FNOMCeO, giacciono in qualche cassetto in attesa di essere discusse. Come se non bastasse, su mia richiesta il 16 dicembre scorso la FNOMCeO ha approvato all’unanimità la necessità di ribadire queste richieste alla classe politica. Infine, la Federazione sta raccogliendo nuovi dati (numero di assenze, tipologie di assenze, regolamentazione sul tema in vari Paesi, ndr), in Italia e in Europa, che verranno pubblicati per ravvivare l’interesse politico”.

Così Augusto Pagani, Presidente OMCeO Piacenza e Mmg da sempre attivo sul fronte certificazioni di malattia, rincara la dose: “e che cosa otteniamo in risposta a tutto ciò? Che il Testo Unico del pubblico impiego riceve un ok dal governo confermando non solo le sanzioni previste dalla legge Brunetta per i dipendenti della PA che usano un certificato falso o attestante il falso; ma anche il medico rischia le stesse sanzioni, ossia radiazione dall’Albo o decadenza della convenzione, per non parlare della multa da 400 a 1.600 euro o il rischio di finire in galera per 5 anni!”.

Commissione di reato dunque; di questo può essere accusato il medico. Certo la discussione è ancora aperta: il provvedimento, che ha ricevuto l’ok dal Consiglio dei Ministri, dovrà passare al vaglio del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari, oltre che trovare l’intesa con le regioni e le autonomie locali prima di diventare legge.

Ma tanto è bastato a far saltare nuovamente sulla sedia i rappresentanti dei Mmg: “Soprattutto noi Mmg siamo in una posizione complessa, oserei dire di conflitto di interesse – continua Pagani -. Da un lato non si può chiedere al medico di famiglia di essere un carabiniere, come vorrebbero i datori di lavoro per controllare i loro dipendenti fannulloni: noi siamo le persone di fiducia dei lavoratori, il nostro lavoro si fonda sul rapporto di fiducia e dobbiamo credere alle affermazioni dei nostri assistiti, salvo evidente distonia con i dati clinici. Dall’altro lato non possiamo ignorare le continue segnalazioni che gli Ordini ricevono dai datori di lavoro: noi medici siamo chiamati a prestare maggiore attenzione, anche perché gli Ordini non possono e non vogliono subire la gogna mediatica che deriva dalla negligenza di certi lavoratori. Come facciamo a far comprendere la nostra situazione al governo? Come possiamo evitare che l’unica risposta delle Istituzioni sia sanzionare anche il medico sbandierando anche la possibilità del carcere?”

È utile ricordare che le mozioni di modifica della legge Brunetta sono incentrate sul tema dell’autocertificazione della malattia per i primi tre giorni di assenza dal lavoro. Inoltre una seconda richiesta è quella di modificare l’articolo 55 quinquies del decreto legislativo 165/2001 (che prevede le sanzioni per i medici che nell’iter certificativo non avessero “direttamente constatato ed oggettivamente documentato” lo stato di malattia del paziente).

Una nuova disposizione di legge dovrebbe eliminare l’automatismo tra la sentenza definitiva di condanna da una parte e la radiazione dall’albo, il licenziamento o la decadenza dalla convenzione dall’altra, “privilegiando – si legge nella mozione – un procedimento disciplinare che consenta all’Ordine o alla struttura sanitaria pubblica di competenza di graduare l’applicazione della sanzione disciplinare tenendo nella giusta considerazione il riferimento al caso concreto”.

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